NIENTE DI MENO

Parlo d’arte, come intendo io l’arte, intrisa nell’amore e nelle emozioni. Uno spettacolo del 2010 di Marina Abramović al MoMa di New York. Lo spettacolo si chiamava “The Artist is Present”.

Durante questa spettacolo Marina rimaneva immobile su una sedia ogni giorno per sette ore, guardava negli occhi, senza parlare, chiunque volesse sedersi davanti a lei e comunicare con lo sguardo.

Prima di scrivere altro, come ho detto sopra si tratta (anche) d’amore. Di un amore, quello tra Marina e Ulay. Una storia nata, vissuta per 12 anni e poi finita, ma in modo particolare. Entrambi partirono a piedi, da due estremi opposti della grande muraglia cinese, si incontrarono a metà strada dopo 90 giorni e lì si dissero addio.
Da allora, non si sono più rivisti. Lui a sorpresa si è presentato a questo suo spettacolo e si è seduto davanti a lei.

Cliccate qui, per vedere, dal minuto da 1.17 in poi.

Tanti problemi nella mia vita sono dovuti al fatto che io non voglio niente di meno di questo.

42 pensieri riguardo “NIENTE DI MENO

    1. Non so se lei si precluda emozioni, io penso il contrario.

      Io credo che dentro di lei le emozioni vivano in un oceano in continuo movimento (e non deve essere facile) e portando fuori il suo se, muove le mostre…

    1. strano non me ne ero accorta 😛

      (anche se io so che ogni donna e ogni uomo dentro, nascosto da qualche parte, magari dimenticato, magari solo celato, ha un’anima che vibra come un diapason se suoni la nota giusta)

      (si lo so…)

  1. Me sa di costruito, come lasciarsi dopo 90 giorni di cammino sulla muraglia cinese, con le telecamere e i tweet e la fanfara. Lasciati un po’ sotto la pioggia dopo nove anni senza manco un cane a pisciarti vicino. E solo le lacrime a tenerti compagnia. Quelle vere tue, non quelle da asporto.

    1. Non è costruito, son artisti entrambi, e se conosci la loro storia, le loro performace anche prima, comprendi che loro sono fatti così, quello che è dentro e fuori.
      Ogni cosa che è dentro viene trasformata in uno spettacolo a disposizione degli altri.

      Può piacere o no, puoi condividere o no, puoi seguire o no, ma sono veri.

      Io non so se vorrei essere loro, perchè so per esperienza che tale modo di vivere la vita denota una sensibilità e un modo di affrontare il mondo “senza pelle”… e non è indolore.

      Tutti siamo stati lasciati (e tutti abbiamo lasciato) abbiamo pianto da soli nella pioggia, o abbiamo abbandonato qualcuno nella pioggia.
      Loro hanno deciso di usare il loro “dolore” per costruire emozioni, che a distanza di anni hanno ancora prodotto qualcosa, non solo qualcosa che li legherà per sempre, ma anche la vibrazione che sentiamo noi.

      (chiaramente questo è il mio pensiero)

    1. .. perché ogni volta – se scrivi da blogspot, devi riloggare l’http altrimenti risulti irreperibile… 😉 e comunque di quei due non mi fido, che ti devo di’.. p.s. mi fido più di te… 😉

      1. purtroppo quello accade anche a me che da wp vado su blogspot, le piattaforme cercano di tenerci lontano… ma non ci riusciranno ehehehehe

        (grazie… della fiducia)

  2. Anche il pò di meno di questo dà tantissimo. il problema non è cosa hai ma come decidi di viverlo, secondo me. La maggior parte delle volte sono rimasta più stupita positivamente dalle cose “meno di questo” che “come questo”. 😉
    Bacetto!

    1. io non posso…. nel senso se lo facessi “mi accontenterei”, niente di male, accade, mi accontento spesso nella vita nel lavoro, nello spender (pochi soldi), nel mangiare, e così via, ma nelle emozioni no e tanto meno con la persona con cui starei.

      Lui sarebbe felice del fatto che è un “contentino” in attesa di meglio? No
      Ed io non posso far questo a nessuno.

      Ma questa son io, non sto dicendo giusto o sbagliato, ma solo “io niente di meno” 🙂

  3. La verità scarnificata in sguardo. Nient’altro serve.
    Concordo sul niente di meno: niente di meno che tutto.
    Anche se ha una fine. Magari non la grande muraglia, ecco, ma io non sono artista.

    1. neppure io, ma l’accettare la fine in quel modo e comunque “amare” l’altro per quello che ci ha dato fino a quel momento…. ecco si, quello si, rende migliori e ci rende migliori

      (chiaramente è cosa possibile da entrambe le parti se parliamo di persone pulite nell’anima e nel comportamento, ma poi cadiamo in un discorso ampio, al momento a me basta il sapere e l’idea che è possibile 🙂 )

  4. Pensa che nel tantra c’è un esercizio/tecnica/meditazione attiva/ che si chiama pratica della trasfigurazione che è molto simile.
    Io la considero molto intima, sono anime che si incontrano abbracciandosi con gli occhi. Abramovic l’ha resa mediatica e mi imbarazza. L’imbarazzo mi porterebbe ad una reazione di “giudizio negativo” ma poi lascio di nuovo il potere alla mente e mi osservo con un po’ di distacco, imbarazzo compreso.
    Perché una cosa bella non dovrebbe essere divulgata?
    E’ molto forte quel video di Marina e Ulay.
    Grazie per averlo condiviso.
    Buondì!

  5. Marina:
    Quello sguardo, con quella postura mentre la osservi, che ti uccide l’anima. che copre i silenzi e che celebra le tue intime vittorie e le sconfitte.
    Una donna piangeva mentre le comunicava curiosità. Lei soffriva mentre con l’occhio e i lati della bocca ti osservava, umile e discreta, quasi a non voler disturbare.
    La naturalezza fatta arte muta e silenziosa.
    Un regalo, ma anche no, che ci si “racconta” durante gli sguardi.

    Ninni Raimondi

  6. Diamanta…da quando entra il marito è bellissimo, emozionantissimo, mi si sono inondati gli occhi…
    più di così non credo sia possibile avere, meno di così non è ciò che si desidera. grazie per la condivisione.
    Lud

  7. Ecco si…. mi è tornata la voglia di andare in cina…. uff
    Per il resto… il silenzio è tutto, se a qualsiasi livello (di rapporto) due persone riescono a comunicare nel silenzio o anche solo a saper godere del silenzio altrui, saperlo rispettare, accoglierlo….beh vorrebbe dire che tra i due c’è un gran bel rapporto.

      1. Sette ore al giorno a fissare (ed offrire il proprio sguardo) a chiunque vuole sondare/essere sondato nell’anima.
        Più che arte e comunicazione ha il sapore di una “sfida” (con buona pace delle virgolette)

      2. no…. io non l’avrei fatto (sette ore per due settimane è tanto), ma riconosco una forma di comunicazione diversa. Spettacolare. Del resto è uno spettacolo artistico 🙂

Scrivi una risposta a flampur Cancella risposta