IL METRONOMO

Sabato pomeriggio piovoso, mi ritrovo sul divano con Progenie e Costi a cercare in rete case in vendita. Un pò per gioco, un pò seriamente, vediamo case indipendenti e villette nella Tuscia laziale. Sfogliamo immagini di paesini con molto verde e poche anime, dove credo si viva una vita e rapporti umani che siano degni di tale nome.

Progenie e Costi escono ed io continuo da sola su quel divano. Solo cambio regione. Mi assale l’istinto dei salmoni e torno alla mia terra di nascita, il Friuli. Anche lì paesini con molto verde e poche anime.

Quando andrò in pensione, mi dico, mi trasferisco in una di queste due regioni.
L’idea mi piace molto. Già mi vedo, quel verde, quelle casette indipendenti, penso alle “bestie pelose” libere di muoversi, penso al tempo libero che avrei, alla vita che condurrei e mi stringe questo desiderio di viver già così.

I pensieri non son a comando, arrivano da soli e così arriva chiara la certezza, supportata da altri fatti, lì sotto i miei occhi. La verità e che vivo male il presente. E’ l’oggi che mi manca se penso così tanto al domani.

La vita mi scorre davanti e io rimando tutto al futuro non trovando nulla che mi leghi a questo presente. Dovrei trovare l’intensità nello stesso momento in cui respiro, dovrei far del battito del cuore il metronomo della mia vita, dovrei aprire il cuore ancora e permettere all’imprevisto di entrare. E invece no.

Belle parole, mi dico anche ora mentre scrivo, ma rendermene conto non toglie il problema, sono solo parole, nei fatti il cinismo è diventato la colonna portante della mia vita. Negli ultimi anni mi ha salvato troppe volte dal mondo esterno, così tante da aver preso possesso di grandi parti di me. Certo rimane una me antica, esce allo scoperto come il caldo sole estivo irlandese, raramente e per poco. La parte che credeva.

A volte mi manco, ma poi penso a quanto dolore ha accompagnato quella che ero, e non posso non riesco (per quanto io sappia che così non vado da nessuna parte), non riesco a schiodarmi da quella che sono diventata.

Sbuffo, non ho soluzioni al momento, ancora una volta rimando al domani. Nel frattempo il mio cuore, il mio metronomo personale, scandisce solo il tempo che scorre vuoto.

28 pensieri riguardo “IL METRONOMO

  1. Io capisco bene, ma proprio bene.
    Però ascolta. I sogni nutrono il presente. Bisogna sognarli e poi costruirli, un po’ alla volta. Allora intanto vai a vederle, quelle casette nel niente. Che ti ci accompagno io. E sei già nel qui ed ora.

  2. “La vita non ci presenta che situazioni e
    condizioni aperte, non pure senza
    soluzione, ma senza conclusione formale. E a noi questo, per qualche
    dannato motivo, non va a genio”
    Tommaso Landolfi

  3. QA volte mi manco, ma poi penso a quanto dolore ha accompagnato quella che ero, e non posso non riesco (per quanto io sappia che così non vado da nessuna parte), non riesco a schiodarmi da quella che sono diventata.”

    cavolo se mi ritrovo nelle tue parole …poi quando vado a dormire la sera, ascolto il battito del mio cuore, e lui mi rasserena dall’angoscia del quotidiano, e seguendo lui cerco, appena posso, di ritagliarmi un’oretta per me stessa. per ascoltarmi, e per curare “l’igiene interiore”.

    1. io mi ascolto molto, ma avendo multiple personalità 😉 il tempo non basta mai

      Scherzi a parte…. la pulizia interiore è una coda che faccio, solo che spesso non sai cosa buttare e cosa tenere

  4. I battiti del metronomo si possono regolare 🙂
    Il mancarti.. posso capirlo, capita, come posso dirti che te mi manchi.

    Coltivalo il sogno, una delle poche cose della vita che non esige d’esserl concretizzato.

    1. Il problema dei sogni non concretizzati nel tempo e che diventano acido che corrode la fiducia.

      I sogni disattesi, bruciati, rubati, annegati diventano fiele per l’anima.

      Non ho voglia di sognare, ho voglia di vita tangibile, ma ho perso il desiderio, a volte non so più neppure cosa voglio.

      Chiaramente son tutti discorsi del lunedì… :*

  5. Athena si lecca il mio yogurt mentre leggo. Il metronomo batte un tempo che sembra vuoto, è solo il tempo della rigenerazione. Un inverno che sembra lungo, freddo e piovoso. La terra fermenta e torna a vivere in primavera. Non è mai stata assente, solo si nutriva in silenzio.

    1. Anche molto direi dalle foto viste su google, poi l’inverno è meno lungo, la gente cordiale, la vita costa meno, i ritmi di vita umani.

      A pelle (attraverso la rete) e a suono delle parole (nome del paese) in pool position ci son tre paesi.
      Tuscania
      Acqua pendente
      Tarquinia

  6. Sempre un po a disagio a commentare in questo tipo di post (dipende chi li scrive naturalmente), dovrei raccontarti una marea di cazzate in cui non credo.

  7. Emozionata dal capire profondamente le tue parole e rammaricata dall’intuire che c’è un’altra strada ma non sapertela suggerire. Ti abbraccio :-*

    1. Gio… ❤
      ognuno deve trovare le sue strade, se cper me esiste un'altra strada la troverò, altrimenti…. dovrete sorbirvi per i prossimi anni i miei scritti 😛

  8. Ciao, sono nuova della zona e ho letto il tuo post perché tu hai commentato il post di un altro che ne ha commentato uno mio. Ciò detto m’hai fatto pensare. E sono ancora qui che ci sto pensando (a una soluzione qualunque principalmente). Forse (e dico forse perché non c’ho pensato abbastanza) il trucco sta nell’andare per gradi. Fare del battito del nostro cuore il metronomo della nostra vita, del nostro presente (tuttointero) sarebbe splendido, ma inarrivabile. Ma magari riuscire a trovare ogni giorno un po’ di bello, fosse anche un battito solo e un respiro di pancia, potrebbe essere un buon inizio, una buona palestra. Come diceva stringendo stringendo Richard Curtis in uno dei suoi ultimi film: “About time” (che consiglio, ça va sans dire).

    1. Prima di tutto, poichè sei nuova della “zona” 🙂 benvenuta ❤

      Poi sul mio post… La verità e che io non credo ci siano risposte, solo cammini. Accade così che se hai camminato a lungo senza trovare, durante durante il tragitto, luogo per rifocillarti, che la stanchezza ti prenda. Alzi lo sguardo per vedere quanto manca alla metà, è così che inizi a guardare il futuro invece del presente.
      Non è un bene, non vedi il viaggio, non osservi quello che hai intorno, perdi la bellezza del viaggio, senti solo la stanchezza puntando alla metà, per poi renderti conto che la meta e solo l'inizio di un nuovo viaggio.
      Non so se riesco a spiegarmi, ma alcune cose non hanno parole, solo sensazioni.

      Poi detto questo non pensarmi sempre così cupa, son malinconica nell'anima vero, ma proprio per questo poi ho grandi "spruzzi" di allegria. Del resto il blog è una valvola di sfogo e un momento di riflessione, un leggersi per me, poi dopo aver "sfiatato" un pò divento cogliona come sempre, perchè in fondo son una piattola gioiosa 🙂
      https://diversamenteintelligente.wordpress.com/2013/09/19/il-club-delle-piattole-gioiose/

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