VITI

C’è stato un tempo lontano in cui ho pianto moltissimo, non scherzo. Su sette giorni, cinque piangevo. Piangevo nei momenti in cui ero sola. In bagno la mattina in silenzio. In auto la notte, senza contenermi, al rientro di ore folli.

Rubavo spazi vuoti in cui far uscire il mio dolore, senza che nessuno lo vedesse, senza nessuno che mi potesse chiedere: “Che hai? Perché piangi?”. Del mio dolore mi vergognavo. Si lo so, pare assurdo a pensarci adesso, qualcuno mi feriva, ma mi vergognavo io.

Mi vergognavo dal non impedire che accadesse. Non impedivo che questo dolore mi penetrasse come una vite nel legno dolce.

Chi mi guardava esternamente, non notava nulla anzi, più dolore avevo, più ridevo e scherzavo. Sempre pronta a far festa e divertirmi, ma era una copertura. A pensarci bene, i periodi più dolorosi della mia vita, sono stati quelli in cui ho fatto più caciara, più rumore, più confusione. Son stati i periodi che ero sempre in mezzo alla gente ridevo e riempivo la mia vita e l’altrui di “movida”, perché in fondo stavo cercando di coprire il rumore assordante del dolore, il mio.

Poi ho capito e ho cercato il silenzio.
Del resto gli animali feriti non si celano nella loro tana? Nel silenzio e nella solitudine? Peccato che le persone ne abbiano così timore. Io non più, loro mi hanno regalato tantissimo, mi hanno regalato me stessa.

22 pensieri riguardo “VITI

  1. Un mio ex, un milione di anni fa mi disse “Tu sei il mio silenzio”. Allora pensai che era una frase stupida, che avrebbe potuto dirmi qualcosa di più bello e romantico.
    Anni dopo ho capito quanto fossero preziose quelle parole.

  2. È che certi tormenti bisogna viverli. completamente, fin giù nel profondo delle viscere.
    Non serve fuggirli o seppellirli di caciara.
    Viverli in toto, versare le lacrime necessarie e poi ricominciare.

    Per quello mi piace il blues. Accompagna, non nasconde. Segue, non copre.
    Non ti indora la pillola, anzi. Ti conferma che non c’è scampo.
    Ma è l’unico modo per uscirne davvero.
    Per arrivare a quel fanculo finale, certificatore del termine della pena.

    1. eh… è troppo lento il blues per accompagnare in fondo al dolore, lo fa lentamente con dolcezza e io son sempre stata testa di cazzo in quel senso.

      Il dolore o lo tenevo bloccato, oppure quando lo sbloccavo dovevo raggiungere il fondo il più velocemente possibile… un sacco di disastri insomma 😉

  3. A comando, tramite musiche, filmati e altro, posso fare in modo che la mia mente cacci lacrime dagli occhi. E’ un trucco che uso per liberarmi del male che mi è stato messo dentro. Anche se oggi, faccio più conto su Gesù per questo, soprattutto quando vado alla Chiesa Evangelica di cui faccio parte. Ma cmq, quando mi metto a sentire il suono del silenzio, trovo la pace e la serenità che mi serve. Solo quando la rabbia è potente non riesco a far altro che guidare una legione d’odio…

      1. Ti rispondo come il Capitano Nemo (20.000 Leghe sotto i Mari) rispose a professor Aronax:

        “Conosce la forza dell’amore professore?”
        “Sono convinto di si!” gli rispose Aronax
        “Ciò che non riesce a capire è la potenza dell’odio, esso può riempire il cuore, altrettanto come l’amore…”

        L’odio non è più potente dell’amore, ma quando si ha subito enormi torti, beffeggiamenti, raggiri e crudeltà, diventa una costante estremamente forte. Si sente il bisogno di odiare, persino coloro che non ci hanno fatto niente.

        Così, mentre la notte scorre, il rombare del sangue nelle vene mi assorda le orecchie, l’unico modo per tacitarlo è svincolare nel silenzio della notte, all’inizio, quando ero piccolo, non capivo, e quelli intorno a me mi vedevano come un alieno per la mia apparente calma e gentilezza (non tipica del posto in cui vivevo), quasi a spaventarli. Alcuni si chiedevano cosa mi passasse per la mente….

        E anche adesso, mi è difficile placarmi, o pentirmi, o confessare, o rassegnarmi…
        E’ difficile quando non sei fra persone che condividono l’odio…. e forse pure un bene.

        Cmq, si, questi sentimenti sono ancora nel mio animo, ma riesco a controllarli, riesco a non esserne schiavo.

  4. E’ proprio così, infatti quando si cerca sempre la baldoria e di stare in mezzo alla gente è perché in fondo si ha paura di rimanere soli e di affrontare i propri pensieri…..ma alla fine tocca farlo e fare pace con se stessi 😊

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    1. Fai solo attenzione, perchè la rabbia portata a lungo dentro se consuma.
      Consuma non il soggetto che l’ha scaturita, ma chi la prova.

      “fuoriescila” è l’unico modo di schiaffegiar il quella rabbia l’ha provocata :*

      1. Fosse facile ! … Sai, io sono un brutto tipo, un pò vendicativo, e quando mi prendono in giro, quando mi prendono per il naso, non la faccio passare… Mi rimane dentro ed essendo poi un pacifico, non riesco nemmeno a pensare di vendicarmi…. in qualche modo…. Solo il tempo, la pazienza e tanta, tanta intelligenza a capire che sono str**zate !!! 🙂 🙂

        Grazie !
        Ciao.

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