Questo è un drama fuori dai soliti schemi coreani (almeno di quelli che arrivano da noi), quindi se volete vedere qualcosa diverso dal solito, qualcosa che non sia la solita trama dei kdrama, iniziate pure a vederlo.
Lo definirei un drama che lascia spazio ai vostri pensieri, un drama che toglie la solita patina e fa intravedere la vita reale delle persone “semplici”. Ho usato la parola “semplice” ma all’interno la storia si svolge come nella vita normale e quindi con tutte le “complicatezze” che la vita porta con sé.
Se dopo aver letto tutto questo, siete ancora interessati, anzi siete più interessati “Il diario della mia libertà” (My Liberation Note) è il drama giusto che fa per voi. Io l’ho amato molto.
TRAMA
Tre fratelli, ormai adulti, conducono il loro quotidiano tra casa e lavoro, cercano il loro posto al sole, la loro collocazione, le risposte alle loro domande, ai loro desideri e sogni. Apparentemente conducono una vita piacevole, ma in realtà la monotonia del lavoro e le responsabilità dell’età adulta li stanno sfiancando. Il tutto mentre scorre la loro vita da pendolari tra l’interminabile viaggio in treno tra Seul, dove lavorano e Sanpo, dove vivono con la famiglia.
Yeom Ki Jung è la sorella maggiore. Lamentela potrebbe essere il suo secondo nome, vista questa sua abitudine di lamentarsi sempre di tutto e di tutti. Cerca disperatamente l’amore, ma nello stesso tempo è estremamente selettiva, forse troppo. Non ha filtri, quello che pensa lo dice subito, senza riflettere o pensare alle conseguenze. Potremmo definirla un’impulsiva. E’ arrivata a un momento della sua vita in cui l’esigenza di un compagno è diventata una priorità.
Yeom Chang Hee è l’unico maschio, secondogenito. Sogna una vita lontano dalla casa familiare, vorrebbe molto di più dalla vita, ma non riesce a trovare cosa vuole veramente e a incanalare l’energia per la realizzazione di un sogno che non riesce a trovare.
Yeom Mi Jung è la più piccola della famiglia. Vive giorno per giorno, è introversa e timida, si sente isolata dal mondo e ha sempre questa insoddisfazione di base che la accompagna nel suo vivere quotidiano.
La loro vita è movimentata dall’arrivo del Signor Gu, un uomo misterioso, che sta cercando di sfuggire da qualcosa di non precisato. Appare improvvisamente a Sanpo, aiuta il padre dei tre ragazzi nel suo lavoro. Quando non lavora, il Signor Gu è sempre ubriaco.
Che accadrà nelle vite ordinarie e monotone dei tre fratelli? In quali e in che modi in Signor Gu inciderà sul loro sviluppo?
CONSIDERAZIONI PERSONALI
Guardandolo mi sono resa conto che è un drama che potrebbe non entusiasmare molti, questo perché dai drama si aspettano uno sviluppo e una recitazione di un certo tipo. Questa sua particolarità, invece, me lo ha fatto amare molto.
La prima cosa che ho notato sono state le scene recitate con il silenzio, ma che comunicavano più delle parole. E’ una serie introspettiva, attraverso i personaggi, puoi riconoscere parti di te.
Ci si riconosce nei tre fratelli, a momenti alterni e parzialmente, perché sono aspetti e sfaccettature che di volta in volta ci fanno riconoscere in situazioni che viviamo quotidianamente.
Il Signor Gu e il suo male di vivere, in cui però si nasconde ancora la voglia di essere pienamente vivo e aperto alla vita, siamo noi in alcuni momenti della nostra vita.
Al solito alcune frasi mi hanno colpito, ne riporto solo alcune.
Il Signor Gu dopo aver ascoltato Yeom Mi Jung:
“Devi uccidere i tuoi istinti, devi andare in città e anestetizzarti, così invece di parlare di rane schiacciate a morte, sarai in grado di dire cose superficiali, come fanno le altre donne. Finché non ti stufi, finché non sarai stufa degli uomini. Le donne con istinti taglienti spaventano.”
Yeom Mi Jung dice alla sua amica: ”Faccio paura. Dice che gli faccio paura”, la quale le risponde: “Credo che riesci a leggergli dentro. Digli di strisciare. Chi ha paura deve umiliarsi, ma vogliono sempre scappare”.
E ancora il Signor Gu a Yeom Mi Jung: “Più sei debole più diventi malvagio, per questo la gente malvagia ha un lato pietoso”.
Yeom Ki Jung parlando del suo desiderio di vedere l’uomo con cui sta iniziando a uscire, ai colleghi di lavoro che le consigliano di farsi desiderare: “Perché devo razionare il mio affetto, Da quando è un bene riceverne poco? Non dovremmo buttarci a capofitto? Creare ansia e fare i difficili, non sono tutte cose negative, più che positive?”
Termino con le tre regole del club “di liberazione” di cui fa parte Yeom Mi Jung :
1 non fingerò di essere felice
2 non fingerò di essere infelice
3 sarò sincero.
VISTO su Netflix
VOTO 8,5
Rammento che quando io scrivo di un drama sono sempre le mie opinioni e ciò che il drama ha fatto nascere in me.

Ti pensavo stamattina, leggendo una recensione della CNN su una nuova serie koreana su Netflix: “Extraordinary Attorney Woo,” a series that follows the titular character Woo Young-woo as “a newbie at a top law firm and a woman on the autism spectrum,” has topped watchlists on the streaming platform for the last two weeks.
Storie di un’avvocatessa forse autistica che entra in uno dei più grandi studi legali.
Mo’ butto un occhio ad entrambe 😉
L’ho vista anche io.
Ma è in fondo (per me) a una lista lunghissima (ne ho altri che mi attirano di più al momento)
Se lo guardi, mi dici come lo trovi?
Allora, sto iniziando con la puntata nr1. Sono a circa tre/quarti e… E’ bella.
Mi piace perché è un viaggio all’interno di una cultura e società diversa (ma non troppo) dalla nostra. Mi affascina il manierismo orientale, il rispetto verso gli anziani, lo scontro tra una realtà rurale e quella moderna, l’eterna lotta generazionale figli/genitori.
Per ora, quello che mi ha colpito di più, è stata la frase “perché non lasciano gli introversi in pace?” (più o meno) quando tutti devono invece entrare in un club 🙂
ahi ahi da quello che scrivi temo tra poco imboccherai il tunnel dei drama coreani (dal quale non si esce più) :))
(scherzo)
Sono alla quinta. Devo trovare un ristorante koreano al più presto, sennò esplodo! Che voglia di quelle cose…
:)))) L’altro effetto dei kdrama, stanno sempre a mangiare, io son stata a Milano a un coreano a mangiare. Buono, però ricordati che il loro cibo di base è piccante e che il loro poco piccante è il nostro molto piccante 😛
Ciao sono d’accordo sul tuo giudizio sul drama il diario della libertà però avrei voluto un finale più chiaro . Secondo te cosa voleva significare l’ultima scena del sign Gu ?
Io credo che abbiano mantenuto la stessa linea di tutto il drama, ovvero nulla di eclatante, ma continuo e soffuso (come la realtà del resto) non il solito finale tutto rosa confetto dei drama. Ma nel finale, quel piccolo sorriso che nasce sul volto di lui mentre avanza, è la speranza di un futuro diverso.