Se l’anima avesse una geometria, la mia sarebbe frastagliata, da questo capirei questo mio continuo cercar di metter a posto i pezzi e non trovare mai la combinazione esatta.
Se l’anima fosse un puzzle, la mia avrebbe 1.076.820 pezzi. Scoprirei solo alla fine, non potendo completarla, che qualcuno si è portato via 12 pezzi. Per tutta la vita cercherei quei 12 pezzi.
Se l’anima fosse un fiore, la mia sarebbe una rosa, non per la bellezza, ma per le spine che troveresti lungo il cammino per arrivare al fiore.
Se l’anima fosse un animale, la mia sarebbe un gatto, di quelli che ti fanno le fusa e si attorcigliano con fare sinuoso alla tua, per poi all’improvviso morderti, seppur con cautela.
Se l’anima fosse un’acconciatura, sarebbe una treccia, capello dopo capello s’intreccerebbe alla tua per rendere forza nella fragilità.
Non so di cosa sia fatta l’anima, dicono pesi 21 grammi, ma a volte l’ho sentita gravata da un peso di tonnellate.
Non conosco di preciso dove si sia poggiata nel mio corpo, ma spesso la sento camminare nelle sinapsi, la percepisco saltellante nel plesso solare e la intuisco mentre riposa in mezzo al seno.
Non so neppure quando è nata la mia anima, so che è antica e che questa mattina è lei che scrive al posto mio. Cerca di farsi comprendere da me, richiamando a se i pezzi non ancora trovati del puzzle.