MATRIMONIO E DESIDERI


Devono piacervi i kdrama edizione “classic”, quelli con i ruoli ben definiti, i cattivi cattivi, i buoni buoni, la lotta tra i cattivi e i buoni, i colpi di scena a fine episodio, la tensione che sale, il second lead presente, le suocere cattive, i giochi di potere, i ceo pieni di soldi. Ecco se vi piace questo genere “soap opera”,  “Matrimonio e desideri” (Remarriage & Desires) è il drama che vi sta aspettando.


TRAMA
Seo Hye-seung
per colpa di Jin Yoo-hee, un’avvocatessa collega del marito, in un attimo perde tutto quello che ha, l’amore del marito, la posizione, la casa e i soldi. Jin Yoo-hee, infatti, per i propri interessi personali, le seduce il marito, lo coinvolge in un crimine economico facendolo incolpare al posto suo, e infine lo abbandona. L’uomo, accusato e abbandonato da tutti, non regge a tale situazione.
 
Tempo dopo, la madre di Seo Hye-seung, la iscrive a sua insaputa, alla Rex, un’agenzia matrimoniale dedicata ai super ricchi. Hye-seung nel frattempo, faticosamente ha cercato di ricostruire la sua vita per lei e la figlia, e non è interessata a un nuovo matrimonio, quindi si reca alla Rex per disdire l’iscrizione e farsi ridare i soldi.  Giunta all’agenzia però scopre che anche Jin Yoo-hee è lì, con lo scopo di trovare un marito tra i super ricchi. A quel punto decide di rimanere per vendicarsi di quello che è accaduto a lei e al marito.

Un gioco sottile di vendetta e potere si instaura tra le due donne, gioco che Choi Yu-seon, scaltra proprietaria della Rex, cerca di sfruttare a suo favore. Comincia così il tentativo di Seo Hye-seung di impedire a Jin Yoo-hee di conquistare la “preda” che ha puntato, il “ricco dei ricchi” Hyun Woo Young, proprietario di una delle più importanti società coreane. In questo vortice arriva anche Cha Seok Jin, ex fidanzato di Seo Hye-seung e figliastro di Choi Yu-seon, ancora innamorato della sua ex.

In tutto questo turbinio, tra vendette e intrighi, chi riuscirà a sopravvivere?

CONSIDERAZIONI PERSONALI
Sinceramente sono stata borderline con questo drama, pur riconoscendo la bravura degli attori, il genere melodrammatico centrato perfettamente, l’ottima regia e così via, questo drama mi ha irritato più volte nella visione.

I motivi? Allora…
1) Non mi sono piaciuti gli stereotipi presenti portati avanti eccessivamente: la cattiva “cattivissima”, la buona brava e bella che lotta, l’AD un po’ tsundere, le suocere che entrano a gamba tesa nella vita dei figli e così via.

2) Non mi sono neppure piaciuti i voli pindarici di sceneggiatura che hanno fatto per far sì che il cattivo avesse sempre un’arma in mano all’ultimo momento o che, per lo stesso motivo, il buono si salvasse comunque.

3) Non mi è piaciuto come la figura dell’uomo, in genere, esce da questo drama, tutti stupidi mentre le donne li manovrano a loro piacimento (ad esclusione chiaramente diHyun Woo Young l’Ad).

4) Non mi è piaciuto come la figura della donna, in genere, esce da questo drama, tutte manipolatrici, amanti solo del potere e/o del denaro (ad esclusione chiaramente di Seo Hye-seung).

5) Ho percepito troppo l’intento manipolatorio dello sceneggiatore e del regista per coinvolgere emotivamente, fino all’osso, gli spettatori. Per l’amor del cielo esiste in ogni drama, ma deve esser fatto bene, con lo spettatore portano all’interno con mano leggera, non che si senta spinto ad andarci dentro per forza.

6) Ho visto altre serie di questo genere, ne cito due ad esempio “Mine” e “Law School”, fatte veramente bene e coinvolgenti, senza cadere nei voli pindarici e nell’eccesso di stereotipi.

7) Finale chiamiamolo “aperto”. Che si voglia lasciare aperta la possibilità di una seconda stagione? Mah… amavo le serie coreane perché erano 16 puntate, una stagione, stop, terminava. Ora, spesso, ne fanno 8 (è successo con altre serie) e poi forse faranno la seconda stagione, ma per farlo lasciano dei finali alquanto insoddisfacenti.

Borderline è quindi anche il mio voto che metto più sotto. Più basso per le mie valutazioni personali sulla serie, più alto il voto dato al prodotto che rimane comunque ben fatto e confezionato.

GLI ATTORI
Kim Hee Sun
interpreta Seo Hye-seung, la donna che si ritrova all’improvviso senza più nulla.
Brava, come suo solito, ma personalmente l’ho preferita in altri drama, tipo “Tomorrov”.

Lee Hyun Wook interpreta Hyun Woo Young l’AD bello, ricco, intelligente, affascinante e con una totale sfiducia nelle donne.
Prima volta che lo vedo recitare come protagonista, lo avevo visto in un ruolo di supporto in “Mine” (drama che ho amato).

Jung Yoo Jin interpreta Jin Yoo-hee, l’avvocatessa cattivissima, che distrugge la vita del marito di Seo Hye-seung.
Chi segue i drama l’avrà vista sicuramente in “Snowdrop” e in “Romance is a Bonus Book”

Park Hoon interpreta Cha Seok Jin il figliastro di Choi Yu-seon, ancora innamorato della sua ex Seo Hye-seung.
Conosco poco di questo attore, ha avuto molti ruoli di supporto in drama tipo: “Tomorrow”, “Soundtrack 1”, “The King: The Eternal Monarch “ e “Memories of the Alhambra “. Qui recita, finalmente, in un ruolo principale.

Cha Ji Yeon interpreta Choi Yu-seon la matrigna di Cha Seok Jin e proprietaria dell’agenzia matrimoniale Rex.
Non è il suo primo ruolo principale, anche lei però lavora molto nei ruoli di supporto.


VISTO
 su Netflix

VOTO  bordeline:
6,5      voto considerazioni personali
8         voto per il “prodotto” considerando  regia e attori e “confezionamento”
Nelle considerazioni personali ho spiegato meglio il perché di questa distinzione.

Rammento che quando scrivo di un drama sono sempre le mie opinioni e ciò che il drama ha fatto nascere in me.

NAVILLERA


Un giovane con il futuro davanti a se con un progetto da portare avanti ma ancora in fase di crescita, e per questo, un vissuto tormentato. L’altro ormai anziano con un passato dietro se, la sensazione di aver perso qualcosa ma con la sicurezza che dà solo l’aver attraversato la vita.
La vita davanti a se e la vita dietro se.

Il fato, il destino, il caso o forse quel battito di ali della teoria del caos che tanto caos non è, li fa incontrare, e da lì inizia questo stupendo rapporto. Il più giovane Lee Chae Rok (interpretato da Song Kang) cambierà mettendo un piede nel mondo con più sicurezza e il più anziano Shim Deok Chul (interpretato da Park In Hwan) troverà ancora la forza del proprio sogno.

Questo kdrama ha messo a fuoco un timore che noi “cerebrali emotivi” abbiamo, e forse a causa di questo, i miei tempi di visione sono stati diversi.
Di solito quando “attacco” un drama, vengo presa da una passione smisurata, se potessi farei ogni volta delle maratone (ammetto che a volte ho fatto delle semi maratone). Con Navillera non mi è stato possibile. Dopo un episodio (al massimo uno e mezzo) dovevo staccare, dovevo prendere tempo e fiato per farlo diventare mio.
Avevo la sensazione che non avrei potuto reggere tutto il peso delle emozioni che trasmetteva oltre un episodio, anche se la storia e le immagini scorrevano leggere e delicate, ma erano leggere alla “Nabillera” fragili.

In questo kdrama nessuna storia d’amore, nessun retroscena che fa sobbalzare, nessun colpo di scena, solo un continuo scorrere, che con lentezza e grazia, (come i movimenti dei ballerini di danza classica) regala poesia fatta immagini.

Della trama non dico altro, se voleste vederla non vorrei anticipare (non volendo) situazioni o frasi che potrebbero spoilerare, ma qualche parola la spendo su altro.

Song Kang è il giovane ventitreenne, ballerino di danza classica, che interpreta davvero magistralmente. Durante la visione della serie mi chiedevo: “Ma sarà una controfigura, non è possibile che sia così bravo”. Al contempo la ripresa inquadrava anche il viso e quindi, rimanevo con il dubbio. Questo dubbio ha fatto si che facessi ricerca e scoprissi, “Sì, è lui che danza!”.
Sonk Kang per mesi ha studiato danza classica per poter interpretare questo ruolo. Questa cosa mi ha lasciato a bocca aperta per lo stupore e fatto amare ancora di più questo attore, (visto in Love Alarm).

Park In Hwan non lo conoscevo, è un attore settantasettenne, ha dato questa immagine al suo personaggio di uomo gentile con il mondo, che ha donato la sua vita al lavoro e alla famiglia e ora, sempre con gentilezza ma determinazione, vuole che il suo sogno tarpato in gioventù, diventi realtà.
Vederlo apprendere la danza ha dato a me il pensiero che “non è mai troppo tardi“.

Kim Tae Hun il maestro di danza Ki Seung-joo, altro attore coreano che non conoscevo. Ha vestito il suo personaggio di fascino, durezza, amore e tenerezza celata. Lo ha fatto così bene, che mi sono innamorata di lui.

Kim Kwon mette in scena il ruolo dell’ex amico di Chae Rok, che ora detesta e odia, imputandogli quello che gli è accaduto, tramite il padre. Ha avuto la capacità di farsi odiare all’inizio e comunque comprendere le sue motivazioni, senza approvarle, verso la fine. Quando un attore riesce a farmi cambiare idea sul personaggio una o più volte con la sua interpretazione, riconosco in lui la grande capacità di coinvolgere. E questo che fa grande un attore.

L’interprete femminile Na Moon Hee ovvero Choi Hae-nam, moglie dell’anziano Deok Chul. Sinceramente all’inizio degli episodi mi risultava un personaggio ai limiti della visione dell’occhio, messa lì come riempimento della storia, ed invece me la sono ritrovata con un pathos e un ruolo che mi ha fatto deglutire l’emozione.

Chiudo con qualche curiosità.

Cosa è Navillera? E’ un movimento leggiadro, un battito d’ali di farfalla, questo è ciò che regala il nome a questo kdrama, così diverso da quelli che siamo abituati di solito a vedere.

Vi è anche un riferimento a una poesia coreana. La danza di una monaca, di Cho Chi Hun. Questo scrittore ha menzionato per la prima volta la parola “Nabillera” a significare quel movimento delicato e fine, appunto come quello di una farfalla.

In tempi non recenti i coreani usavano questa parola per esprimere contemporaneamente qualcosa di delicato, bello e fragile. Oggi non è più usata, e quando lo è, ha modificato il suo senso, è rimasto il suo raro utilizzo come espressione di grande dubbio.

Esiste anche danza buddista coreana chiamata “Nabichum” ovvero “la danza della farfalla“.

Io ringrazio i drama coreani, grazie a loro la mia curiosità per il mondo è rinata, grazie a loro mi sono interessata ad altre culture, grazie a loro ho cercato la storia di altri paesi e sempre grazie a loro cerco e scopro sempre cose nuove, grazie a loro ho scoperto i drama di altri paesi che a loro volta mi hanno interessata (e continuano a farlo) alla loro cultura, scoprendo cose sempre nuove.

Io non ho mai amato la danza classica, questa serie me l’ha fatta amare un pò, amo la metafora che porta questa serie e che ho “traslato” sul mio vedere i drama (di qualsiasi nazione siano).
Possono sembrare leggeri, senza grandi pretese, ma dietro vi sono un lavoro e una conoscenza enorme. Quello che trovi, che scopri, dipende da te, da quanto vuoi approfondire, da quanto ami quella cosa.

Con i drama io ho scoperto la storia di altri popoli, i loro modi di vivere, ho comprato libri dei loro scrittori e ho cercato di capire perchè abbiamo pensieri diversi sul vivere, scoprendo che siamo diversi, ma non così tanto quanto potrebbe sembrare.

Non esiste nulla di stupido al mondo, esiste come tu vivi quella cosa.

ADOLESCENZA SENILE


Solo entrata ufficialmente da circa un anno nell’adolescenza senile, e l’ho fatto scivolando, senza neppure rendermene conto, grazie (o per colpa) dei k-drama, o drama coreani. Se non sapete cosa sono i kdrama, attente ad approfondire, possono dare dipendenza. Io che credevo di essere immune a queste cose, mi son ritrovata trasportata nell’Hallyu.

Le gif qua sotto fanno parte di un drama colpevole, insieme ad altri, di avermi fatto cadere nel gorgo. Sono tratte da “Something in the Rain“. Chi lo ha visto sa che è un momento molto particolare, agli altri chiaramente non dirà nulla.

L’effetto che hanno avuto sulla mia vita è stato di farmi ritrovare emozioni scomparse (credo di aver cercato di ucciderle io stessa). Forse per questo li amo, per avermele fatte ritrovare. Le pensavo cadaveri in decomposizione e invece erano solo lì, sotto le braci.

Altra particolarità dei drama coreani è la gnoccaggine dei protagonisti maschili, gnoccheria per quellə come me, quellə che hanno scoperto che una tipologia di asian man gli fa allargare la pupilla.

Ho capito che il dio che ride mi ha messo dentro, in una ripartizione del cervello, un software chiamato “uomini che accelerano il battito del cuore“, però essendo il dio che ride, mi ha fatto “incontrare” questi uomini tardi (meglio tardi che mai).

Il protagonista di “Something in the Rain” è lui, Jung Hae-in, colui che mi ha portato ad amare anche i “bravi ragazzi” e non solo quelli “cattivi”.

Con questo post è ufficiale, sono entrata ufficialmente nell’adolescenza senile, e inauguro una nuova categoria di post: “Drama mon amour“.

PS: già i miei amici mi chiamano quella dei coreani.

MI SONO INNAMORATA


Settimana con Progenie giunta con Pecetta da Berlino in vacanza. Vacanza enogastronomicagodereccia per loro ma anche per me, che qui ci abito.
Progenie vive (felicemente) lontana, quel poco tempo che si vive insieme, lo si vive bene. Un bene che avvolge e che fa reciprocamente amare anche i difetti dell’altra (almeno per una settimana).
Non so cosa mi aspettassi da una figlia quando è nata, ma so che oggi non saprei desiderare nulla di diverso da quello che è Lei.
Vorrei solo che avesse un censore interiore meno esigente (anche se nel tempo lo ha addomesticato). Sospetto di averglielo passato io, insieme al dna, quindi so che lo stesso censore interiore così esigente, è lo stesso che, in qualche modo, ci sostiene nei momenti difficili e con poche certezze.
La speranza è una, che lei capisca, se non lo ha già fatto, che ogni tanto quel censore interiore, va mandato in vacanza. Una vacanza in un bel luogo, dove possa riposare, smaltire lo stress e la tensione, così da essere più dolce con noi.

A fine giugno ho ripreso ad andare in palestra dopo anni (a dir la verità c’ero andata a febbraio, un giorno solo, esattamente il giorno prima che chiudessero tutto per il lockdown…).  Per riuscire ad incastrare lavoro, impegni, studio e palestra, mi alzo alle 4.30 del mattino per esser lì alle 5.30.
Se mi aveste detto qualche anno fa che mi sarei alzata a quell’ora per andare in palestra, vi avrei detto che eravate più che folli o che vi stavate drogando pesantemente.
E’ stata la riprova che il tempo ci cambia (a volte in meglio e volte in peggio) e ora, non solo ci vado, ma mi piace quando la palestra è quasi vuota e attraverso la città silente. Ad agosto, in ferie, ho continuato a farlo ma in orari più umani verso le 8.30. Orario sicuramente più affollato di persone, e anche se io son concentrata su me e sul contare mentre faccio gli esercizi, capita che venga distratta dai discorsi altrui.
Chiacchiericcio di sottofondo (per alcuni la palestra è principalmente luogo di socialità e aggregazione e marginalmente luogo di attività fisica), a volte interessante a volte mi fa comprendere come mai spesso ho difficoltà con il genere umano. Ma poi riprendo a contare, pensando che io stessa faccio parte di quel genere umano che a volte non amo.

Sono caduta pesantemente e senza possibilità di fuga, nei k-drama su Netflix. Io non amo i film sentimentali, io detesto i romanzi rosa, io che alle telenovele sudamericane alzavo gli occhi al cielo e facevo il verso del vomito (o dell’iniezione di insulina), per la giustizia del dio che ride, proprio io son caduta nei drama coreani. Vi sto dicendo che sto seguendo delle serie televisive in coreano con i sottotitoli in italiano, per capirci quanto son precipitata (ho pure già imparato due parole coreane), grazie al Dio che ride.

Me lo son domandato: “Ma come è possibile? Che mi accade? Perché loro?”. Non ho risposte certe, ma ne ho molte aperte, soggette a modifica: Perché in fondo quella è sempre stata la mia assurda visione dell’amore (e da qui si evince a cosa son andata incontro realmente nella vita). Perché in un mondo così diverso da me, loro mi fanno sognare. Perché sono cambiata e ho riaperto (piano e con cautela) le prime saracinesche a protezione del cuore. Perché guardandole ho fatto pensieri, pensieri che me ne hanno fatto intravedere un’altro: “Non tutto nella mia vita deve aver uno scopo e un fine, sarebbe anche ora che mi permetta di far le cose solo per divertimento e/o piacere”. Perché ora mi permetto di far vedere che credo in un amore che alcuni mi dicono non esiste nella realtà umana (così dicono loro, o forse loro si accontentano, non so ancora qui dove stia il vero). Perché… non so… ditemi voi.

Ne ho parlato nel titolo mi son innamorata, è accaduto, un attimo ed è stato amore, un colpo di fulmine, una cosa improvvisa, ogni volta che lo vedo sorrido e mi si allarga il muscolo cardiaco, sospiro manco fossi un mantice.

Ogni volta che passava sullo schermo, immediatamente la mia voce proferiva: “Dio che pheego che sei” e sospiravo. Subito dopo dovevo tornare indietro con il telecomando perché mi perdevo nel guardarlo e non leggevo i sottotitoli in italiano.
Quei bastardi del K-drama lo sapevano, infatti ad un certo punto del drama viene fuori che lui è “D.D.D.” Dono di Dio (alle donne).

PS: Lui ❤ è Hyun Bin ed è il mio fidanzato, anche se lui non lo sa.