C’è stato un tempo un cui ero una “bella persona”.
Poi non so cosa sia successo ed rimasta solo “persona”, e son ancora fortuna, a qualcuno negli anni, oltre il “bella” sparisce anche la “persona”. Non che muoia sia ben chiaro, solo che si trasformano in zombie. Zombie emotivi, involucri vuoti pieni del nulla.
A volte penso che vivano meglio loro e a volte ringrazio il Dio che ride o chi per lui, di non esserlo.
C’è stato un tempo, neppure tanto lontano, in cui delle persone vedevo solo il lato bello.
Le conoscevo e sorridevo di tanta bellezza in ognuno di loro, il lato brutto, niente ma proprio niente non riuscivo a scorgerlo. A nulla valevano le parole di chi amavo nel mettermi in guardia, a dirmi stai attenta “Tu non vedi le brutture e doppi fini della gente, ti fidi troppo”. L’ironia, vista da oggi, e che mi fidavo anche di loro.
Poi non so cosa sia successo, o forse sì, so che ora lo sguardo “Sei un dono di dio” raramente vede la luce.
C’è stato un tempo in cui leggevo, mediamente, un libro a settimana.
Ed era bello, entravo in mondi non miei, vedevo con occhi che avevano una struttura diversa del mio dna, osservavo da punti di vista diversi. Altro che cinema, netflix, prime o sky. Avevo tra le sinapsi il più spettacolare hd del mondo.
Poi non so cosa sia successo, ma i colori hanno cominciato a sbiadire e le immagini si son fatte sempre più lontane.
C’è stato un tempo in cui amavo un uomo, ed era bello ed era terribile nello stesso esatto momento, ma era così intensamente vivo.
Poi non so cosa sia successo, o forse lo so benissimo, ma so che non volevo più quel terribile nella mia vita, faceva troppo male. Ancora oggi non so se rinunciando al terribile abbia perso anche il bello o se il terribile si sia nutrito di tutto il bello e poi non avendo più nulla di cui cibarsi, si sia nutrito di se stesso fino a sparire.
A volte mi manca la me innamorata, perché divento luce quando lo sono, però a volte ringrazio di non esserlo, poiché è sempre capitato che abbia amato l’altro più di me stessa, e se t’innamori di qualcuno che ama troppo se stesso, sono (come si dice dalle mie parti) cazzi amari.
C’è stato un tempo in cui credevo.
Credevo che “il bene vince sempre sul male”, che “alla fine vissero felici e contenti”, che il mondo era simile a me (in effetti soffro di autostima in eccesso a volte), che il male nell’uomo sia poco, che tutti posseggano l’empatia (più o meno sviluppata), che i cuori sanguinano allo stesso modo, che legge sia sinonimo di giustizia e che tutti, in questa vita, cerchino di elevarsi alla luce.
Poi non so cosa sia successo, credo di essermi persa.
C’è stato un tempo in cui ero sicura che avrei cambiato il mondo.
Anni dopo ho ringraziato che il mondo non avesse cambiato me.
Poi non so cosa sia successo, ma so che il mondo mi ha incrinato.