Pensieri disomogenei tra loro salgono e pretendono tutti di uscire, confondendo la punta delle dita che battono sulla tastiera. Si intrecciano tra loro poco prima di uscire. O forse sono le mie personalità multiple che vogliono parlare tutte insieme.
Anelo al silenzio.
Quelli che vogliono avere mondi paralleli nei quali recitare un ruolo diverso vivono nel terrore che questi mondi si avvicinino tra loro. Questa gente mi circonda. Questa gente mi crea disagio fisico e mentale.
Ancora questa domanda mi svolazza nella mente: “Ma di me gli altri che vedono? Mi vedono? O sono io che non mi faccio vedere?”
Una volta l’ho fatto, ho chiesto “Parlami di me”. Ora questa cosa la direi a tutti quelli che conosco. Parlami di me. Perché attraverso le tue parole io possa capire cosa davvero di me passa al mondo esterno. Perché io possa capire quanto tu mi veda.
La gente che in mezzo agli altri usa un tono così alto da farsi sentire per metri intorno a se, e scopri così pure quante volte va in bagno, ma che problemi ha? Ha paura di non essere vista in questo mondo narciso?
La vita è circolare non lineare.
Far parte della mia vita vuol dire adattarsi alle “leggi” che la regolano. Non sono tante, le dita di una mano avanzano. E, a volte, son anche adattabili. Son meno intransigente di quello che si pensa, ma quelle “leggi” ci sono. Se non piacciono, non mi ha prescritto il medico. Voler far parte della mia vita infrangendole che senso ha?
Questo nodo di lacrime in gola.
Questi pensieri li ho fatti negli ultimi giorni. Ognuna di loro meriterebbe un post a parte, ma son pensieri compressi, che cercano spazio e libertà, e lo fanno comprimendosi nelle parole parche. Poi chissà domani si potrebbero aprire, o anche no.
E infine l’ultimo pensiero, quello di ora, in questo momento. Sappiate che quando scrivo qua, ne sono consapevole, appaio sempre “segaiola mentale”. Ma io non sono così, davvero, o almeno non lo sono sempre. Sono ancora, come (clicca) in questo post, sono una piattola gioiosa.

Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...