E’ una sensazione.
Istantanea.
Si allerta l’anima.
Sbuffo tornando, mentre l’acqua sommerge tutto. Fossi meno rinchiusa nei miei dovrei e nei miei anni, accosterei l’auto e camminerei a piedi sotto quest’acqua fredda che scroscia dal cielo.
Da bambina, in campagna, lo facevo. Scoppiava il temporale estivo, cercavo il modo di scappare fuori, saltavo a piedi nudi nelle pozzanghere che si creavano. Il fango si insinuava tra le dita (era una sensazione bellissima), l’acqua m’inzuppava i capelli per poi scivolarmi sulla pelle. Solo gioia e acqua.
Ma qui non ci sono pozzanghere di terra, solo asfalto su cui luccicano e riflettono le luci. Solo pensieri e acqua.
Quando sento quell’allerta, io lo so, il gatto che vive nella pineale ha sentito un rumore.