EXTRAORDINARY YOU


Se vi piacciono le storie ambientate nei licei, ma ne volete una che esca dai soliti cliché, se vi piacciono le protagoniste femminili “forti”, se vi piacciono i colpi di scena, se amate il fantasy, se vi piace la tenacia in amore, se vi piacciono i rapporti di amicizia, se state cercando qualcosa di leggero ma estremamente gradevole, se avete tutti questi se, allora “ExtraOrdinary You” è un kdrama, tratto da un webtown, datato 2019 che fa per voi.

TRAMA
Siamo in un prestigioso liceo coreano, frequentato dalla giovane Eun Dan-oh.
La studentessa vive la sua vita tranquillamente, tra studio, amici e famiglia, questo nonostante soffra di una grave malattia cardiaca.

Dopo una serie di piccoli avvenimenti e incongruenze, scopre per puro caso, che lei e tutti gli altri vivono in un manhwa (dicasi anche manga o fumetto), dove tutti loro sono dei semplici personaggi manovrati dall’artista che lo disegna. In questo mondo esistono i protagonisti e gli extra, personaggi di contorno ai protagonisti.

Scopre anche, che oltre a lei, un altro studente, Lee Do-hwa, lo ha scoperto. Entrambi sono diventati “consapevoli” di questo mondo fasullo, mentre tutti gli altri ne rimangono inconsapevoli. Inoltre, si rendono conto che il cuoco Jin Mi Chae, detto anche la “Fata del calamaro secco” è un consapevole prima di loro, ma non solo, lui sa delle cose che non dice.

Eun Dan-oh non è felice di essere manovrata dall’artista e cerca in tutti i modi di cambiare la propria trama. Scopre che vi sono scene dove lei è obbligata fare quello che vuole il disegnatore, scene dove è innamorata, non ricambiata da Baek Kyung, e ci sono i fuori scena dove lei e libera di fare quello che vuole.

Nel mentre cerca di diventare più forte, incontra lo studente senza nome 13, cerca in tutti i  modi di coinvolgerlo nel suo tentativo di cambiare la propria trama. Nel farlo darà anche un nome allo studente 13, Ha-ru.

Inizia così una storia dove Danoh, Haru e Dohwa cercano di cambiare la trama della propria vita.

GLI ATTORI
Kim Hye-yoon
interpreta Eun Dan-oh, la giovane liceale con gravi problemi al cuore.
Chi ha visto “Snowdrop” la conosce già. Io l’ho conosciuta in questo drama.

Rowoon interpreta Ha-ru, lo studente che all’inizio della storia non aveva neppure un nome, man mano nella storia, si scoprirà sempre più “legato e intrecciato” a Eun Dan-oh.
Modello, cantante, e membro del gruppo di kpop SF9, è anche un ottimo attore, al suo attivo molto titoli famosi, “Tomorrow” e “L’affetto reale”, solo per citare gli ultimi due in ordine di uscita.

Kim Young-dae interpreta Oh Nam-joo, il protagonista del manhwa “Secret”, personaggio inconsapevole che vive la vita a lui predestinata dal disegnatore.
Giovane attore che ha al suo attivo molte produzioni di successo, l’ultima in ordine di tempo è “Shotting Stars”.

Lee Jae-wook è Baek Kyung è l’amore “obbligato” a senso unico di Eun Dan-oh. Interpreta il ruolo dello tsundere del manhwa.
Giovanissimo ha avuto il ruolo principale in “Do Do Sol Sol La La Sol” del 2020 e lo si può vedere recitare come guest role In “True Beauty”, “Move To Heaven” e “Kiss Six Sense”. L’ultimo suo lavoro è in “Alchemy of Souls”.

Lee Tae-ri è Jin Mi Chae detto anche la “Fata del calamaro secco“, cuoco alla Seuli Hight School. Jin Mi Chae sembra sapere di più sul mondo del manhwa, molto più di quello che dice.
Ha lavorato tantissimo in ruoli guest e di supporto, tra i tanti cito: Search: WWW, Tale of the Nine-Tailed, True Beauty.

Jung Gun-joo nei panni di Lee Do-hwa l’amico gentile e carino, anche lui “consapevole”, innamorato della protagonista Yeo Joo-da, che però non è destinata a lui dal disegnatore.
Ha lavorato in molti web drama per poi arrivare alla televisione. Ha recitato in “Oh my baby” e ha avuto dei guest role in True Beauty e Kiss Six Sense.

Lee Na-eun nel ruolo di Yeo Joo-da protagonista di “Secret” è la fidanzata predestinata di Oh Nam-joo.
E’ membro del gruppo femminile “April” e ha iniziato l’attività di attrice nel web 2019. E’ spesso ospite nei programmi televisivi coreani.

CONSIDERAZIONI PERSONALI
Ho amato molto questo kdrama.

La protagonista femminile è tenace, ottimista, porta avanti i suoi obiettivi, cade e si rialza.
Gli sceneggiatori e i registi hanno sottolineato in maniera ironica, i cliché di alcuni classici drama legati ai licei. Hanno sottolineato un punto di vista che ha spezzato/evidenziato il messaggio arcaico (lui forte e protettivo, lei debole e da proteggere) che alcuni drama di questo genere hanno come “modello”.

Il fantasy mischiato al reale, è un genere che mi piace molto, mi lascia con un piede a terra e un sogno che vola verso l’alto.

Di questa serie, ho amato il suo portarmi pian piano nel raffrontare il destino dei personaggi (principali ed extra) facendomi fare un paragone con quello degli umani.

Non so voi, ma a me è capitato in alcuni momenti della vita, di sentirmi parte di un gioco di ruolo in cui, nonostante i miei sforzi non riuscissi a uscire da un ruolo destinato a soffrire, o in altri casi, mi sono sentita un extra, senza possibilità di futuro.
Ecco, questo drama mi ha fatto nuovamente riflettere su questo aspetto, come se anche noi fossimo personaggi di un manhwa dal quale ostinatamente cerchiamo di uscire per scrivere da noi, e quindi avere il libero arbitrio, la nostra vita.

Il messaggio che passa è quello (dal mio punto di vista) di non demordere mai, di cercare di portare avanti quello che noi vogliamo essere. Potremmo non stravolgere il nostro futuro, ma potremmo cambiarlo.

La bellezza del titolo di questo drama lo avete notato? Una piccola perla.
I personaggi EXTRA, ovvero extra alla trama, sono i personaggi secondari e quindi senza importanza, Sono ORDINARY senza nessuna caratteristica o dote di spicco, ma se li metti “insieme”  diventano EXTRAORDINARY.  Straordinari, unici, fuori la norma, speciali.
Se poi ci aggiungi YOU diventano gli occhi di chi ti ama e di come ti vede: ExtraOrdinary You.

VISTO su Viki Rakuten.

VOTO 9

Rammento che quando io scrivo di un drama sono sempre le mie opinioni e ciò che il drama ha fatto nascere in me.

LA MOGLIE COREANA


Ho comprato questo libro oltre un anno fa, incuriosita dalla Corea, cercavo, attraverso i loro scrittori, una comprensione maggiore del loro pensare.

Nell’attesa che la pigna sul mio comodino scendesse per arrivare a lui, in Corea decidevano di farne un drama “Pachinko” (che non ho ancora visto), per questo oggi potere trovarlo negli scaffali delle librerie più facilmente con questo nome.

(Questa volta è la piccola Sophie che vi presenta il libro)

Il libro racconta attraverso quattro generazioni, la saga di una famiglia coreana, uno spaccato storico che inizia nel 1910 in Corea e termina nel 1989 in Giappone.

Non è un romanzo d’amore, anche se una storia d’amore fa iniziare il tutto rimanendo di sottofondo a tutto lo svolgimento della trama, ne diventa il canovaccio sul quale sono ricamati tutti i personaggi successivamente. Amore e storia si intrecciano per portarci con loro.

Parla di un popolo, quello Coreano, divenuto colonia forzatamente di un altro popolo, quello Giapponese.

Parla di donne e del loro adattarsi a un mondo costruito ad immagine degli uomini, ma in cui loro fanno da traino. Come le vacche con il carro. Senza di loro il carro sarebbe fermo, ma nessuno le considera e non hanno potere sulla loro stessa vita.

Parla di uomini, del loro sopravvivere, in un mondo che li rifiuta.

Parla di razzismo, in un Giappone dei primi anni venti, dove la persecuzione razziale da parte delle forze dell’ordine nei confronti dei coreani, causò la morte di migliaia di loro e la detenzione di altre migliaia.

Parla degli “zainichi”, dei ghetti a loro “assegnati”, della povertà, della rassegnazione e della privazione dei diritti, ma parla anche di speranza, determinazione, coraggio, orgoglio e forza di volontà.

In tutto questo si intrecciano amori, storie, situazioni, una guerra mondiale, e la bomba atomica.

Un libro che si legge facilmente, scorre veloce e appassiona nelle vicende dei protagonisti che si susseguono negli anni. Un romanzo che può piacere a chi ama la Corea, a chi è curioso del suo popolo, a chi vuole andare oltre alla conoscenza data dai drama e film, e a chi vuole conoscere, seppur romanzati, dei periodi storici.

CONSIDERAZIONI PERSONALI
Quando leggo, sento, parlo della Corea, spesso trovo analogie e similitudini con dinamiche italiane, sia in positivo sia in negativo, questo me la fa amare e comprendere ancora di più. Detto ciò, sono consapevole che è un discorso arrogante il mio, perché se il sapere totale relativo alla Corea fosse cento, io al momento conosco solo uno (scarso).

Non ho altre considerazioni da fare su questo libro, aggiungo solo alcune delle frasi che mi hanno colpito e mi hanno fatto riflettere.

“Vuoi vedere un uomo dare il peggio di sé? Trasformalo da uomo comune in uomo di successo oltre ogni sua immaginazione, e vediamo se continua a comportarsi bene quando può fare tutto ciò che vuole.”

“Sunja era una donna pragmatica, ma persino lei rimase stupita dalla crudeltà di Hansu. Più conosceva quell’uomo, più si rendeva conto che da ragazza aveva amato un’idea di lui… sentimenti che non avevano riscontro nella realtà.”

“Noa la fissò. Akiko lo avrebbe sempre considerato una persona diversa da quella che era: non lui, ma lo straniero idealizzato che aveva nella mente.”

“I coreani nati in Giappone dopo il 1952 dovevano presentarsi al distretto di zona al compimento del quattordicesimo anno d’età per richiedere il permesso di permanenza in Giappone. Questo ogni tre anni.”

In fondo tutto il mondo e paese e gli uomini non apprendono mai dalla storia.

TITOLO E DATI BIBLIOGRAFICI
La moglie Coreana.
Io ho preso un usato, è un’Edizione Piemme del 2018. Le pagine del racconto sono 583, oltre ad alcune pagine di glossario dei termini coreani usati.

La traduttrice è Federica Merani.

Il libro è stato finalista al National Book Award nel 2017 e secondo classificato nel 2018 al Dayton Literary Peace Price.

AUTORE
Min Jin Lee è nata a Seul nel 1968, ma all’età di sette anni emigra negli Stati Uniti con la famiglia, dove è cresciuta.
Questo fa sì che l’autrice unisca in questo romanzo, oriente e occidente. Lo definirei un libro scritto con radici coreane e con uno sguardo occidentale.