PERCORSI

Ci arrivo, quasi per caso, youtube mi suggerisce quel video. Rimango lì ad osservare. E li vedo. Lì in mezzo a quei sorrisi, ci sono i miei amici. Alcuni suonano altri ballano. Vi guardo. Mi si apre il cuore e le labbra si stendono leggere. Mi mancate spesso, più di quello che vorrei.

Mi mancano. Mi manca danzare con loro, mi manca attraversare la notte e arrivare al sorgere del sole mentre danzo, mi manca la condivisione di una visione del mondo, mi manca la parola amore che abbraccia non solo le relazioni, mi manca osservare il mondo con attrazione, mi manca vederlo a 360 gradi attraverso i miei e i vostri occhi.

Mi manca tutto ciò, con la consapevolezza che è una parte di me, lo è e lo sarà sempre, ma che il mio cammino ha dovuto intraprendere un nuovo sentiero.

Dicono che la strada la scegliamo “prima” di tornare. Di molti sentieri intrapresi o lasciati alle spalle, io mi chiedo quali scelte ho fatto “prima” e dove mi voglio condurre. Me lo domando anche oggi, guardandovi, chissà cosa ho scelto per non percorrere tutta la strada con voi.

15 pensieri riguardo “PERCORSI

  1. A volte non c’è bisogno di avere un altro sentiero per lasciare quello vecchio. A volte si decide di cambiare senza sapere ancora in cosa. Che può essere affascinante da scoprire ma può anche disorientare. Tu come ti senti?

    1. mancante

      ecco mi sento mancante 🙂 quella vita fa parte di me…. mi mancherà sempre

      Quando si cambia sentiero non sempre si decide di cambiare, a volte la strada davanti a noi non è più praticabile, e noi non abbiamo altra scelta

  2. è un intreccio di cose che vogliamo fare e cose che dobbiamo fare… possiamo rimuginare su quello che scegliamo per volontà ma su quello che ci è praticamente stato imposto non possiamo che svoltare alla prima traversa quando ci capita l’occasione

    1. se le imposizioni sono esterne con te concordo, ma se le imposizioni son interne (chiamasi anche doveri) la prima traversa che svolta può anche non esserci più 🙂

  3. Per alcuni anni mi immersi nel mondo goa e della psichedelia elettronica.
    Cosa vuoi di piu’ efficace per innescarmi che Natura e danza transe, feste raduni in angoli di una bellezza indicibile?
    Anche a me mancano quei riti di Goa e gli stati di grazia che ne seguivano (anche dei bassi (down) pazzeschi, dopo, anche se io non mi sono mai drogato a parte qualche tirone di cyloom, visto che bastava la mia biochimica.

    Anche a me mancano molto.
    Pero’ io so che e’ stato un periodo.
    Quello in cui potevo reggere quegli estremi e anche la durezza che la caratterizzava.
    Io riuscii ad evitare di ingolfarmi di trance perche’ avevo capito che quelle esperienze divinatorie non potevano e non possono essere iterate, ripetute che di tanto in tanto, anche solo per non banalizzarle. Certamente non settimanalmente o quasi.
    Osservavo la durezza in alcuni volti di questa lotta per ripetere l’essere(unpo’)dio e anche la durezza che la chimica introduceva con essa.

    Pero’ la magia e’ rimasta, ricordi di gioie e di comunanze, di stati superiori. Quelli rimangono.
    Sono per sempre.

    1. Io non avevo down, è questo era la cosa stupenda, non avevo mai down

      stanchezza perchè non dormivo, bisogno di risposare dopo un wend impegnativo, ma sempre un passo più avanti al ciò che ti negativo poteva portare.

      Forse sarà che io non trovavo durezza o estremi in quello, ma solo un tipo di vita, e non c’entrano chimica o affini, c’entra quello che hai dentro tu

      Ognuno di noi porta il suo dentro fuori in quelle occasioni

      1. Pensa che io avevo di bassi anche … senza drogarmi.
        Dieci, dodici o anche sedici ore di danza in poche ore in piu’. Il giorno dopo a mille, il secondo giorno, spossatezza, malinconia forte, apatia.
        Io vedevo la durezza nei volti scavati di goani di “lunga data” per i quali le sostanze psicotrope erano state compagne esigenti di viaggio per piu’ tempo. Alcuni erano colti e raffinati psiconauti (ascoltavo i racconti e la loro conoscenza) ma col passare del tempo i seguaci della fattanza aumentarono. Anche se in genere erano piu’ giovani.
        Pero’ che io frequentavo la danza transe in varie forme e non solo quella psy vedevo cose veramente terribili. Ad esempio i teknusi erano a livelli chimici ancora piu’ duri. C’era un centro sociale qui a Bologna, il LIvello 57, che cercava di fare formazione sull’uso consapevole accorto della sostanze psicotrope, cosa prendere in quali condizioni,cosa fare e non fare.
        Ecco, nei rave c’era gente che buttava giu’ di tutto, roba che non stava insieme come paste e alcol, ad esempio.
        Lasciano segni sull’anima e poi sui volti.
        Come il sole, il sale, il vento del mare sui volti dei marinai.

      2. Chi si fa di chimica lo fa anche nella discoteca in centromilano per dire, chi è portato all’uso e/o agli eccessi lo fa ovuqnue e in qualunque situazione e circostanza, anche con l’alcool, non c’entrano i party è una scelta personale cosa fare o non fare.

        Per quello dico che la differenza la fa la persona non il luogo.

        Per questo credo di non aver mai avuto down 🙂
        Si lo so mi sto dando della bella persona da sola.
        Sicuramente la modestia non fa parte dei miei pregi 😛

  4. Secondo studi più o meno scientifici di non ricordo quale più o meno blasonata o più o meno sperduta università americana è dimostrato che davanti ad una scelta la parte più inconscia di noi decida sempre una frazione di millesimo di secondo prima del nostro io razionale.

    1. questo spiegherebbe le miriade di scelte cazzone ch eho fatto in vita mia 😛

      PS: invece questa del post è stata una scelta un pò obbligata a un certo punto, certo prima o poi potrei tornare sui miei passi (ovvero appena alcuni obblighi scemano), ma nel frattempo la strada scelta “nuova” fa si che per abbandonarla dovrei abbandonare chi ho trovato su questa “nuova” strada.
      Solo per far un esempio: la mia splendida famiglia felina adottata, cinque gatti trovatelli di cui alcuni trovati feriti e curati. Impossibile al mio cuore lasciarli anche se in mani sicure ❤
      Quel tipo di vita non permette di avere impegni di animali, se non te li puoi portare dietro

      E nulla la vita è questa, sentieri che si diramano…

    1. io non li chiamo rave, li chiamo party, so che sembra la stessa cosa ma no lo è

      per noi la festa si costruisce (costruiva appartiene al mio passato…) insieme (a chi può in quelmomento) e si vive insieme, e inizi a farli un sacco di tempo prima della festa effettiva, e ti diverti prima della festa, durante, e dopo la festa.

      Poi ci sono anche i rave, ma sono un’altra cosa per me, uso e cosumo, in una notte.

      Nella psytrance ci entri e ci stai a vita se quel modo di vedere e vivere il mondo è il tuo. Vedi te che io ci sono ancora ancora dentro con il cuore :), ma non posso/riesco a frequentare le feste e di conseguenza gli amici di tutto il mondo, perchè i party son anche un grande punto di aggregazione di gente che viene da lontano

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